sabato 3 aprile 2010

Specchio, solo un riflesso


Cominciai a tagliarmi i capelli , per trovare la novità. Mi ripetevo, ogniqualvolta davanti allo specchio con le forbici in mano ed i capelli bagnati, che questo, si questo sarebbe stato il modo giusto per avere un domani diverso: ma anche se i capelli si accorciavano, la mia capacità di carpire segnali di un quotidiano diverso, erano pari a zero.
Tutto uguale, stesso lavoro, stessa città e stessa vita.
Mai mi sarei immaginata nei miei sogni di bambina di fare una fine così poco avventurosa, così uguale a miliardi d’altre vite.
Il gatto dietro di me, seduto sul bordo della vasca mi guardava con aria rassegnata, la sigaretta che buttava nubi di fumo blu, gli occhi svegli e la consapevolezza di chi sa che questo mio mezzuccio a nulla sarebbe valso.
“Perché non ti rendi conto che la tua cecità non ti permette di cogliere l’essenziale? Possibile che tu non ti renda conto che finchè vivrai di momenti costruiti dalla tua mente, nulla si presenterà a te come è in realtà, ma sarà filtrato dai tuoi pensieri?
Prova a guardare l’insieme senza preconcetti, senza il filtro dell’ ieri!”
“A parole è facile, non posso non ritrarre il presente senza che esso sia influenzato dal passato; se vedessi una persona di mattina, conscia che nel passato mi fece un torto, sicuramente i miei occhi la scruterebbero con diffidenza.”
“No, questo non deve accadere.”
“E invece si”, urlo io allo specchio. Si , è così, oggi son così per colpa di Ieri..
Nulla potrò fare per cambiare, se non cercare, almeno in parte di non vivere di preconcetti.
Come? Assicurandomi, forse, che una volta chiusi gli occhi nulla esista realmente? Dunque tutto sarebbe frutto della mia immaginazione, e quindi io dovrei solo cambiare modo di fantasticare; ecco, finito di tagliarmi i capelli, farò così!
No, probabilmente, sarebbe proprio la maniera errata, quella da evitare, lo stoicismo potrebbe aiutarmi o meglio il cinismo in senso classico o il nichilismo? Forse l’atarassia?
No , no e no.
E se vivessi in un mondo già disegnato? Vorrei sicuramente uscire, come T. cerca di valicare i confini della sua regione-lager, io vorrei uscire dalla mia cornice, lo so non è la stessa cosa,i miei diritti, bene o male, son tutelati, sicuramente più dei suoi.
Eppure trovo di che lamentarmi.
Non lo so. So solo che partirò da lunedì, non posso mica partire da sabato, in questa nuova impresa, cercar di vedere l’insieme in maniera più realistica, un po’ come scrutare un quadro verista, non futurista.
Forse basterebbe avere solo un po’ più d’ordine tra le mille monadi, i mille film, i mille cassetti mal chiusi.

3 commenti:

  1. Mai annegare tra i sentieri dell'atarassia, bisogna gridare e far uscire il passato senza dimenticarlo, perche' dimenticarlo vorrebbe dire non aver vissuto

    post davvero intersesante

    Clelia

    RispondiElimina
  2. hai ragione, a volte cerco di affogare il passato nell'atarassia ma poi tiro fuori la testa e tutto si risolve!sei una comunicatrice riesci a scrivere in due lingue che bello

    RispondiElimina
  3. Basta poco, basta volerlo veramente... Tutti ci passano, tutti sono insoddisfatti. Secondo me devi reagire. Fermati e pensa seriamente a quello che vuoi per te. Poi fai di tutto per ottenerlo. Alla fine quello che conta è il risultato, l'ottenere la soddisfazione di un traguardo raggiunto, voltarsi indietro, mirare la strada percorsa e dire: io ce l'ho fatta!
    Non ti basterà, l'insoddisfazione non si sradica, ma oh... Che strumento potente d'avanzamento può essere!!! Mira in alto, in basso, dove vuoi, puoi arrivarci, basta volerlo veramente! ;-)

    RispondiElimina